Il Giardino d’infanzia

a cura di maestra Elenia

Il ritmo ha in sé vita, è portatore della nostra salute

Imparare attraverso il buono

La nostra pedagogia riconosce tre fondamentali fasi di sviluppo, dette anche settenni: dalla nascita ai 7 anni, il periodo prescolastico; dai 7 ai 14 anni, quello del ciclo I-VIII classe, e dai 14 ai 21 anni, quello principalmente della scuola superiore. Ognuna di queste fasi di sviluppo presenta significative e caratteristiche tappe nella maturazione fisica, psicologica e spirituale dell’essere umano che i maestri accompagnano consapevolmente. Nel primo settennio il bambino impara principalmente attraverso l’imitazione, l’ambiente e il gioco.
L’imitazione è ciò che educa e forma il bambino, lasciando una profonda traccia nel suo linguaggio, nei suoi sentimenti e nel suo modo di pensare e agire. Sono il gesto esteriore e l’atteggiamento interiore delle persone che lo circondano che danno forma all’agire e al sentire del bambino.

L’ambiente: esso ha un ruolo importante, perciò viene strutturato in modo che il bambino vi possa svolgere le attività in un contesto pieno di significato, acquisendo buone abitudini di comportamento.
Il gioco: a questa età il gioco è un’attività seria e vitale; attraverso di esso si coltivano doti di creatività, immaginazione ed iniziativa. Particolare importanza viene inoltre data alle attività ed esperienze che permettono ai bambini di sviluppare le proprie facoltà sensoriali, favorendo una sana percezione di sé e del mondo circostante, qualità fondamentali per ogni futuro apprendimento. Le esperienze visive, sonore, olfattive, tattili, di movimento, di linguaggio portate con calore e gioiosa vitalità, accompagnano un sano processo di crescita.

Rudolf Steiner

Vivere da una festa all’altra

Questa frase tratta dai testi di Rudolf Steiner ha un significato profondissimo per l’educazione dei bambini. Poiché i bambini non sono in grado di darsi da sé un ritmo, ma dipendono dal mondo esteriore, è di grandissima importanza che noi adulti li si aiuti, consapevolmente a vivere in un sano ritmo. Più la vita del bambino scorre ritmicamente e più egli si svilupperà in modo sano. Perciò, curiamo che il corso della giornata di asilo, il corso della settimana e dell’anno, abbiano un loro ritmo costante. Il modo in cui, in un determinato periodo dell’anno, festeggiamo una particolare festività, i bambini possono sperimentare profondamente, ma inconsciamente, le diverse stagioni. Attraverso il gioco e la preparazione della festività, si percepisce la natura, e si mantiene viva la cura di usi e costumi. Altrettanto importante quanto la festa è il periodo dei preparativi (per mezzo di girotondi, filastrocche, canti, fiabe, lavori manuali, …), del vivere in attesa di questo momento culminante. 
Queste impressioni raggiungono il bambino in profondità, poiché gli è data la possibilità di rivivere la festività ogni anno. Grazie a questa ripetizione i bambini conquistano una sicurezza interiore e fiducia verso il mondo.

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La festa di Michele

Durante il periodo di San Michele, in asilo sperimentiamo per immagini la vittoria sul male (il drago) sia nei girotondi che nelle fiabe. Il coraggio è la qualità dell’anima che vive e che curiamo nei bambini in questo periodo.
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La festa del raccolto

Alla fine dell’estate, la natura, con grande generosità ci colma di ricchi doni e il mondo ci appare in colori sfavillanti. Ogni cosa si manifesta in pienezza e abbondanza: per questo proviamo una profonda riconoscenza che viene curata nel bambino come qualità animica.
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San Martino

In autunno inoltrato viene il tempo della festa delle lanterne. Il piccolo lume che ogni bimbo porta con sé è un’immagine esteriore della luce interiore, che lo accompagnerà fino alle festività del Natale.
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L'Avvento

In asilo l’Avvento inizia con la Spirale d’Avvento, tracciata sul pavimento con rami d’abete e nella quale ogni bambino può accendere la sua piccola luce. Fino alla prima domenica d’Avvento abbiamo visto la natura divenire sempre più povera, ed il buio aumentare sempre di più. Anche in asilo si vedono sempre meno addobbi e i giocattoli vengono accuratamente puliti e riposti. Da questa oscurità e povertà inizia ora a brillare la prima luce. È un’immagine esteriore per ciò che sentiamo interiormente. Poi, lentamente, intorno a noi si fa sempre più chiaro, l’asilo diviene sempre più splendente, con l’aiuto delle candele, della carta dorata, e dei bei lavori fatti a mano. Con una piccola recita facciamo sì che i bambini, imitando, sperimentino con quale gioia nel cuore gli allegri pastori salutino e onorino il Bambino, e come tutti gli esseri della terra gioiscano per la sua venuta. Così i bambini si avvicinano alla Notte Santa con una preparazione interiore, con amore nel cuore. Con lo stesso amore e la stessa devozione possiamo poi, dopo il Natale, portare i doni dei tre Re in un’altra piccola recita, e noteremo nei gesti e negli occhi dei bambini un profondo stupore.
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Il Carnevale

Dopo il periodo di interiorizzazione del Natale durante il quale la natura avvolge e protegge ogni cosa nel grembo della terra e gli uomini diventano più calmi e contemplativi, si apre un periodo di distensione, che ci porta verso il Carnevale. Questo periodo significa allegria e in questa gioiosa atmosfera attendiamo la primavera, il primo sbocciare dei fiori che i bimbi stessi hanno seminato.
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La Pasqua

Durante l’attesa di questa festività ogni bimbo prepara una ciotola in cui semina l’erba di Pasqua, se ne prende cura, la innaffia. In questo modo prepariamo i bambini alla domenica di Pasqua che vivranno con la gioia della ricerca e della scoperta delle uova.
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La festa di fine anno

Fino a Pentecoste, sono gli uccellini che più adeguatamente rappresentano la festa interiore, e a loro sono dedicati i canti, i versi delle poesie e i lavori fatti con la lana grezza dai bambini. Avvicinandoci al periodo estivo poi, noi uomini, assieme alla natura, ci avviciniamo al punto massimo dell’anno, al solstizio, al giorno di San Giovanni. La natura ha raggiunto una certa completezza e si mostra in magnificenza e pienezza. Questa armonia e maturazione si rispecchiano anche nelle anime dei bambini che inizieranno la scuola e ai quali è dedicato un rito di saluto speciale all’interno della festa di fine anno, che si svolge prima delle ferie estive.

La maturità scolare

Per la pedagogia Waldorf la maturità scolare di un bambino è una domanda la cui risposta è profondamente collegata all’osservazione attenta e continua dell’individualità del bambino, in tutti i modi in cui essa può esprimersi, ad esempio. Dal punto di vista fisico ne sono un esempio la permuta dei denti, la lateralizzazione; dal punto di vista emotivo e sociale la volontà di mettersi a disposizione dei compagni più piccoli e di aiutare le maestre nei vari compiti e dal punto di vista cognitivo la capacità di portare a termine con cura il processo di un lavoro manuale che richiede una manualità fine.
Data la complessità degli elementi da osservare, gli educatori si avvalgono del parere del medico scolastico e del contributo degli insegnanti della scuola primaria, informando costantemente la famiglia sul processo di valutazione. Da questa attiva collaborazione tra le varie parti, si crea un cerchio al centro del quale è posto il bambino per mettere in luce ciò che è sano per la sua crescita.

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